Il mistero del budriù.

Il mistero del budriù - leggende bresciane

Il mistero del budriù ha origini molto lontane ma ancora oggi viene ricordata da molti tra le Leggende Bresciane.

“Lè na sera dè ca” come tante altre se ne videro, ma qualcosa di misterioso accadde…

Il mistero del budriù

Giù, in fondo al budriù il vento corre che pare scorticare la terra.

Urla, e mentre passa tra i rami si consuma l’anima sui tronchi.

Sparnega brandelli: sui fossi, dietro l’angolo del casotto a sbattere contro lo scosceso profondo e pieno di acque negre.

In quel punto non si sa quanto è profondo.

Una volta ci cadde un calesse trainato da due cavalli morelli.

Non fu più trovato.

Con gli animali scomparve anche Valsecchi: era un povero vecchio, stanco di vivere.

Ne aveva viste di cose cambiare ed era stufo di adattarsi al nuovo, a tutto ciò che era necessario aggrapparsi per sentirsi al passo coi tempi.

Che imbroglio!

È in sere così che sul Pont Valt si vede la scrofa, coi dodici maialini dietro, attraversare la strada.

Al paese dicono che è Gesù coi dodici apostoli.

Ma la verità non si è mai saputa.

Come nessuno sa spiegare perché lì, sulle ripe che sprofondano nel budriù, non cresce nulla.

Anche I’ultimo proprietario ci ha tentato: un riccone fatto, senza scrupoli.

Ha tolto il canneto, livellato il campo, piantato granoturco.

Nemmeno si è accorto delle crape che il buldozer ha fracassato: teschi umani antichi chissà, sono secoli.

A rise, dove c’è la chiesetta, viveva la matta.

Anima solitaria, rimasta vedova, si attaccò al bottiglione e lo amò alla follia.

I più la ricordano come una vecchia strega che signava dalla porta e riempiva di ogni male chi passava per quella strada.

I maligni raccontano che sotto la gonna aveva la coda.

Ma sono conte neanche da dire.

Il mistero del budriù

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