Frittata de Grisoi – Cucina Bresciana.

Frittata de Grisoi - Cucina Bresciana.

La Frittata de Grisoi, purtroppo, è tra i piatti tipici bresciani che sono ormai quasi completamente scomparse dalle tavole dei bresciani.

Ingredienti:

(per quattro persone)

  • 5 uova
  • tre pugni di grisoi (verzolini di campo)
  • pepe 
  • sale
  • 2 cucchiai di formaggio grattugiato
  • 1 cucchiaio di latte
  • una puntina di fecola
  • olio magro

Preparazione Ricetta Frittata de Grisoi della Cucina Bresciana:

Battete in una terrina le uova, aggiungete il sale, il pepe, il
formaggio grattugiato, i verzolini lavati e tritati sotto la
mezzaluna, il latte e la fecola.

Lasciate da parte un cucchiaio di verzolini tritati.

Fate leggermente imbiondire l’olio in un tegame dal fondo antiaderente e procedete come per una normale frittata.

Servitela calda, spolverizzata con il resto dei verzolini tritati.

Frittata de Grisoi - Cucina Bresciana.

La storia della Frittata de Grisoi della Cucina Bresciana .

Scrive il gaudente Cesare Marchi (“Quando eravamo povera gente”, Rizzoli 1988) raccontando l’Italia tribolata dei nostri nonni agli ignari e benestanti nipoti: “Se sulla mensa dei poveri la polenta era il quotidiano,
massiccio riempitivo dello stomaco…su quella dei benestanti diventava una
ghiottoneria, sposata alla cacciagione, piatto da pascia..,”.

Il pane rappresentava dunque per i più una ghiottoneria, il secondo piatto
(se c’era) imponeva un lavoro di fantasia propiziato in campagna dalla generosità del pollaio.

Uova sode e al tegamino; in camicia e frittate in cui si poteva largheggiare di aggiunte erbacce.

Ne gustò, non è dato sapere se con entusiasmo iniziale, anche Vittorio Ema-
nuele II, avviato verso il campo di battaglia di San Martino.

Il corteo reale si fermò a Ponte San Marco e, reclamando il sovrano peri morsi dell’appetito, non si trovò di meglio che pilotarlo in una trattoria, l’unica del sito.

L’oste, confusissimo, non sapeva che pesci pigliare, “Signore — apostrofò pressa poco l’ospite sbuffeggiante posso servirle una frittata, che altro non ho in cucina… “.

Fatta di necessità virtù, il Savoia sedette a tavola.

E aggradi, forse, in segno di riconoscenza, donò all’anfitrione un sigaro toscano.

Non lo negava a nessuno.

Come la croce di cavaliere, del resto.

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