Tinca al Forno del Lago d’Iseo – Cucina Bresciana

Tinca al Forno del Lago d'Iseo piatti tipici bresciani - le ricette bresciane - cucina bresciana.

La Tinca al Forno del Lago d’Iseo è tra i piatti tipici bresciani che ancora oggi vive nelle tradizioni delle genti del lago.

Ingredienti:

(per quattro persone)

  • 4 tinche da 250 g l’una
  • 100 g di formaggio grattugiato
  • 100 g di pan grattato
  • 50 g di olio di oliva
  • 3 cucchiai di prezzemolo tritato
  • uno spicchio d’aglio
  • 4 foglie di alloro
  • sale
  • pepe

Preparazione Ricetta Tinca al Forno del Lago d’Iseo:

Sventrate ed eviscerate le tinche accuratamente.

Lavatele per bene.

Tritate l’aglio e mescolatelo in una terrina con il prezzemolo tritato, con il formaggio grattugiato e con la metà del pane grattugiato.

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Salate e pepate il composto ed unitevi l’olio, avendo cura di lasciarne qualche cucchiaio per ungere il fondo della teglia.

Amalgamate bene il composto e riempite ciascun pesce con il ripieno.

Passate le tinche nel rimanente pangrattato e disponetele in una teglia da forno unta di olio.

Mettete sopra ad ogni pesce una foglia d’alloro.

Cuocete in forno a media temperatura per circa un’ora e mezza, bagnando, se necessario con poco brodo fatto con acqua e dado.

Servite il pesce con il suo sughetto di cottura accompagnandolo con una buona polenta.

La storia della Tinca al Forno del Lago d’Iseo.

Celebrata soprattutto quella di Clusane; comitive di gitanti che vengono a
gustarne da tutta la Lombardia.

Adesso, come del celebre pollo al mattone di Bordolano, se ne parla meno.

Anche in gastronomia vige la moda.

Un recupero resta comunque prevedibile.

Non sono cambiate, invece, le caratteristiche della pesca sul Sebino che
non staremo a ricordare è (nella descrizione di Geroge Sand) “dolce e fresco
Fome un’egloga vergiliana”.

Coloro che la praticano salpano con più frequenza da Montisola dove “essi
continuano ogni giorno, all’alba o al tramonto, nella suggestiva cornice di un paesaggio ombroso e affascinante, la loro sfida sul lago.

La barca è già pronta sulla porta di casa, l’attrezzatura non si discosta molto da quella del nonno o bisavolo.

Ci sono le reti, récc, avvolte in un elementare fagotto di juta annodato con i quattro lembi agli angoli, i remi, rèm, la sassola per palare l’acqua, olpalèt, una piccola ancora per recuperare le reti, l’ancurina, in ungrosso mastello di plastica, ol suì, un tempo di legno, per mettere le reti appena ritirate da pulire, cassette vuote di polistirolo per mettervi il pesce, in sostituzione delle ceste di vimini”.

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