Lo stufato di Cavallo che in dialetto viene detto “El l’èstoàt de caal” è uno dei piatti tipici bresciani più corposi.
Ingredienti:
(per sei persone)
- 2 ok di sotto spalla di cavallo
- 1 kg di cipolle tagliate
- 3 litri di vino rosso
- 100 g di burro
- 20 cl di olio
- cannella in polvere
- sale pepe
Preparazione Stufato di Cavallo alla Bresciana:
Mettete il burro e l’olio in un tegame piuttosto alto a fondo
antiaderente.
Buttatevi le cipolle e fatele “morire” lentamente mescolando per circa mezz’ora.
Aggiungete la carne tagliata in quattro pezzi facendola rosolare lentamente.
Unite il sale, il pepe e la cannella.
Quando la carne risulterà ben rosolata, aggiungete il vino fino a coprirla.
Portate a cottura lentamente a tegame coperto, aggiungendo, all’occorrenza, altro vino.
Tagliate a fette la carne e servitela ben calda in piatti caldi, con una fetta di polenta.
La storia dello Stufato di Cavallo alla Bresciana.
E’ alla pianura che si lega.
Secondo taluno a Travagliato, dove il nobile animale, con sorte assai più confacente al suo rango, da un decennio galoppa in una serie di manifestazioni assecondate da ampio concorso di pubblico.
Ma il cavallo anche trotterella in cucina.
La sua carne, in tempo di spuntini anemici, torna a fare buon sangue.
Servito all’antica, nell’estôat, per la digestione richiede un liquore vigoroso,
e la grappa Io è appieno.
Dapprima consacrata ai riti campagnoli, con i contrabbandieri che mettevano in scacco le guardie trasportandone fiaschi di paese in paese, ha conquistato nuovi palati.
Lo conferma Luigi Odello che la frequenta e ne scrive (anche donandone agli amici con campionature tratte dalla sua scorta di collezionista: inseparabile compagna del montanaro e del contadino la grappa ha saputo raggiungere i salotti borghesi e da schietta e ruvida si è trasformata in calda e più raffinata accompagnatrice di convenevoli e discorsi ormai “cittadini”…
E quanto al modo di berla, come ha spiegato in maniera tanto efficace Paolo Monelli nel suo splendido libro ‘il vero bevitore’ , le scuole sono due.
Nel dubbio il bevitore sia eclettico: scelga il secondo metodo per il primo bicchiere e il primo peri successivi.
Gli uni dicono che bisogna berla a piccoli sorsi, centellinandola come si fa con il cognac, ritornando al piacere di fiutarla.
Altri sostengono che invece il bicchiere si deve tracannare d’un colpo; si che come scoppio di scintilla nel motore arda la gola al molto fuoco.,.’.
Ai degustatori ancora aspiranti conviene il primo suggerimento.