Le Streghe del Tonale – Leggende Bresciane
Al tempo in cui era ammantato da una impenetrabile foresta, nessuno osava valicare il passo per il timore di imbattersi ne le Streghe del Tonale che l’infestavano.
Le leggendarie creature avevano preso dimora proprio là dove i venti impetuosi della Valle Camonica e dell’Adamello si scontravano con quelli non meno forti della valle Vermiglio e del Castellaccio.
All’incrocio dei venti, le Streghe del Tonale si davano convegno per il tradizionale sabba con il Grande Diavolo. Scendevano dall’Ortles e dal Cevedale, dalla Presanella e dallo Stelvio e orridamente sibilando si opponevano ad ogni incontro tra le genti camune e trentine.
Nessuno osava sfidare le Streghe del Tonale!
I rarissimi temerari, che l’avevano fatto in passato, non erano più tornati. Ma una notte di bufera, un coraggioso cavaliere affrontò il valico stregato con l’intenzione di rompere l’incantesimo.
Partì da Ponte di Legno, varcò L’Oglio Frigidolfo, risalì la Val di Pezzo e s’inerpicò lungo i boscosi e impervi fianchi della Cima le Sorti. Penetrato nel fitto bosco che copriva il ripiano terminale, che a guisa di un lungo corridoio s’innalza e culmina nei 1883 metri del Passo, avanzò impavido e si andò a porre pulitamente al centro infestato delle malefiche creature.
Immediatamente, le streghe accorsero ringhiando, calando da ogni cima, uscendo da ogni anfratto, schizzando dal folto dei boschi. Circondarono il coraggioso viandante e chiamarono a rinforzo lupi famelici e orsi selvaggi.
Acceso un altissimo falò, le streghe si misero in circolo e invocarono la presenza del Gran Diavolo, gridando: «Il nostro bosco è in pericolo». «Chi lo minaccia?» domandò il principe dei demoni, nel mezzo di fumi sulfurei. «Un’anima della terra». «Bisogna fermarla e annientarla». «Per questo abbiamo chiesto il tuo intervento: se non interveniamo con forza, l’incantesimo sarà rotto e il collegamento tra le genti sarà assicurato».
Il Gran Diavolo ordinò: «Aizzategli contro i lupi!». Con tizzoni ardenti, le streghe spinsero i lupi, che si lanciarono come furie scatenate contro il coraggioso viandante.
Costui però, rapido come la folgore, trasse una croce di pino e la levò impavido contro le belve che, ululando penosamente, ripiegarono sconfitte verso il falò che, d’improvviso, per prodigio, si spense. «Mandategli contro gli orsi!», tuonò la voce stizzita del Demone.
Le streghe, sollevando altissimo strepito, eccitarono gli orsi ad assalire l’ardito crocifero. Ma l’uomo, non soltanto non si sgomentò, ma aspettando le belve a pié fermo di nuovo alzò al cielo il simbolo della Redenzione.
Quando gli orsi tornarono sui loro passi, le Streghe del Tonale sollevarono strepiti di rabbia e gridarono: «E’ più forte dei lupi! Non teme gli orsi! Che cosa dobbiamo fare?». «Andate voi stesse – ordinò il Gran Diavolo. – Non vi resisterà!». Tumultuando, le streghe si lanciarono contro l’Uomo della Croce.Tesero le braccia scarne e allungarono gli artigli per far scempio del temerario; ma al contatto della croce, le unghie fusero come cera molle.
Accecate dall’ira e dallo scorno, gridarono: «Chi sei tu, dunque, che resisti ai nostri poteri?». «L’uomo della croce». «Come osi sfidarci?». «In nome di Dio!». «Non riconosciamo altro dio che il principe delle tenebre!». «Fatelo venire, che si confronti con il Creatore del Cielo e della Terra!».
Le streghe tra clamori assordanti evocarono il Gran Diavolo e gli intimarono di incenerire l’uomo che aveva osato sfidarle. «Fulmina il violatore del nostro incontaminato regno del Tonale!» ripeterono furenti. Un sibilo infocato arroventò l’aria. In una densa fumata il Gran Diavolo apparve e subito, orribile a vedersi, si avventò sull’Uomo.
Impassibile, il coraggioso aspettò l’impeto diabolico, alzò la mano destra e con la croce stretta in pugno, tracciò nell’aria un ampio segno accompagnato dalle parole: «Va’ indietro. Satana! Te lo ordino nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo».
A quel segno, a quelle parole, si udirono uno spaventoso boato e un urlo sovrumano: il principe del demoni, umiliato e sconfitto, sprofondò in un baratro senza fine.
A quella vista, le Streghe del Tonale improvvisarono una sarabanda caotica: era il loro estremo sabba, il leggendario ballo che erano abituate a tenere nel corso dei convegni sul Tonale. Poi, esauste e vinte, abbandonarono il Passo, lasciandolo libero e valicabile al vincitore e ai suoi simili.
«Qui – proclamò l’Uomo della Croce – dove l’Eterno ha debellato le potenze infernali, verrà eretto un ospizio che, nel nome di Dio benedetto, protettore dei viandanti e dei pellegrini, sarà dedicato a San Bartolomeo.
Chiunque, in viaggio per le nostre valli, vorrà chiedere rifugio, avrà diritto d’asilo per tre giorni e per tre notti. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito consolatore. Amen».