Empiom – Cucina Bresciana.

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Empiom non è esattamente uno dei piatti tipici bresciani, è semplicemente un impasto per povero per fare il ripieno.

Ingredienti:

(per sei persone)

  • 250 g di pane grattugiato
  • 100 g di formaggio grattugiato
  • sale
  • pepe
  • noce moscata
  • un pizzico di spezie
  • aglio
  • 25 g di burro
  • salvia
  • un dado

Preparazione Ricetta Empiom alla Bresciana:

Fate un soffritto con il burro, lo spicchio di aglio e la salvia, che poi toglierete.

Quando il buro risulterà dorato, buttatevi il pangrattato, il sale, il pepe, la noce moscata, il formaggio e le spezie.

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Mescolate e lasciate soffriggere lentamente il tutto.

Aggiungete due bicchieri scarsi di acqua e dado bollenti.

Amalgamate bene il tutto, togliete dal fuoco, mescolate e foggiate con le mani una palla leggermente allungata che introdurrete nella gallina, prima di lessarla.

La storia dell’ Empiom alla Bresciana.

S’era proprio poveri una volta, qui da noi.

Lo dimostra l’impasto con il quale si insaporiva il pollo ripieno.

Niente uovo, niente porcello.

Del resto la regola vale ancor oggi.

Per assonanza dialettale vien da pensare, ma è ben altra cosa, a pestôm, tritume soprattutto di suino.

Piuttosto calunniato, questo animale.

Lo si taccia di sporcizia, lo si rende simbolo di iniquità (un’immaginetta ottocentesca lo fa annoverare, su spiedo ben umettato, fra le tentazioni di S. Antonio, l’abate ritiratosi nel deserto per coltivare il suo praticello d’anima), lo sii divora.

Bello grasso com’è, vede utilizzato ogni grammo della propria rosea rotondità.

Al maiale anche si ricollega una pagina particolarmente vivace del folklore
contadino: sacrificarlo sull’aia ingrigita dal novembre nebbioso è festa
schietta.

Ed è al pestôm che si fa il primo assaggio.

I cotechini, i salami, i prosciutti e tutto il resto arriveranno più tardi.

Così Alberto Bevilacqua, in un elzeviro apparso sul “Corriere” , rivive l’esecuzione: “.. . Si anima – ai miei occhi – la norcineria… Non si capisce se il grido (la corâda, la corâda) sia di esultanza o di terrore… Si alza dal vasto cortile, corre tra i pioppi.

La corâda – da corare, spaccare il cuore- è la festa dell’uccisione del maiale; secondo il rito di quando il bollire del sangue scongiurava la stagione del freddo…”

L’osannato (o, all’occorrenza , vituperato) suino questa prerogativa meteorologica l’ha perduta.

Il termosifone ha ormai conquistato la campagna.

Scopri tutte le ricette bresciane della cucina bresciana.

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