Panace di Mantegazza, la pianta ustionante anche sulle montagne Bresciane. Attenzione!!!

Panace di Mantegazza

La Panace di Mantegazza è una pianta che all’apparenza è molto graziosa e interessante, ma che cela una grande pericolosità.

Provoca gravi infiammazioni simili alle ustioni.

Stiamo parlando del Panace di Mantegazza o anche conosciuta come Panace gigante.

Panace di Mantegazza

Purtroppo questa pianta si è diffusa anche sulle montagne bresciane, soprattutto in Valle Camonica dove solo l’anno scorso sono stati estirpati oltre 400 esemplari.

Qualora vi doveste trovare di fronte ad un esemplare non toccatela e segnalate la presenza al comune di pertinenza o alla guardia forestale di zona.

Inoltrando:

• Delle foto della pianta in generale, ma soprattutto delle foglie;
• Localizzazione dell’avvistamento. Si preferiscono le coordinate GPS, ma saranno sufficienti anche delle descrizioni del luogo.

Panace di Mantegazza

Descrizione del Panace di Mantegazza

Il nome scelto per questa pianta è stato dato dai botanici Stefano Sommier e Emile Levier in omaggio all’antropologo, nonché amico, Paolo Mantegazza.

La pianta del Panace di Mantegazza ha notevoli dimensioni, infatti può arrivare fino ai 5 metri di altezza e in casi eccezionali a 7.

Si tratta di un esemplare erbaceo le cui dimensioni generali sono notevoli.

È caratterizzata da rigogliosi fusti cavi e molto spesso si possono notare delle macchie, più o meno grandi, di colore rosso.

La fioritura presenta dei fiori color bianco o verde dalle sfumature giallastre che si raggruppano in rami per poi terminare in una forma che richiama un ombrello.

Essi possono raggiungere persino i 50 cm di diametro.

I frutti invece, hanno una larghezza che varia dai 6 agli 8 millimetri e una lunghezza di 10/14 millimetri.

Il bordo è circondato da peli irti e sono obovati.

Il periodo di fioritura va da giugno a settembre.

Infine, le foglie sono lobate e solitamente da 3 o 5 segmenti, le cui divisioni sono molto meno profonde.

Ma come possiamo riconoscere il Panace di Mantegazza?

La pianta in questione è molto simile alle altre appartenenti alla stessa famiglia, ma presentano delle peculiarità che con consentono di riconoscerla con più facilità.

Scopriamole insieme.

  • La prima caratteristica in assoluto riguarda l’aspetto delle foglie. Contrariamente al Panace classico e all’angelica, quello di Mantegazza ha delle foglie di un verde molto più chiaro e brillante, che tende quasi al giallo;
  • La seconda riguarda l’altezza e la robustezza che appaiono superiori rispetto agli altri esemplari;
  • Il tronco è robusto e spesso che ricorda vagamente quello di un carciofo, circondato da irti peli e dalle striature di colore rosso;
  • I frutti hanno una forma ovoidale, il cui involucro tende ad appassire nel momento della fioritura;
  • Ultima caratteristica, ma non per importanza, riguarda la struttura dell’ombrella che è la più imponente rispetto alle altre ombrellifere.

Panace di Mantegazza

Le caratteristiche appena descritte, dovrebbero servire per aiutarci a riconoscere il Panace di Mantegazza poiché, come detto in principio, si tratta di una pianta tanto graziosa quanto pericolosa.

Prima di addentrarci nel discorso della pericolosità per l’uomo, facciamo un breve cenno della zona geografica in cui nasce e cresce.

Habitat del Panace di Mantegazza

Partiamo subito con il dire che il Panace di Mantegazza è una pianta che cresce nel Caucaso, ma dalla fine del XIX Secolo si incominciò a importare in Europa a scopo di ornamento.

Già nel 1950 si comincia a intravedere l’esemplare nei giardini privati e da lì si è inselvatichita con estrema facilità, soprattutto sulle rive dei fiumi e nelle zone incolte.

All’anno è in grado di produrre dai 1500 ai 100.000 semi e riescono a propagarsi fino ad un raggio di 100 metri.

Poco sopra abbiamo detto che si inselvatichisce con facilità, infatti i semi vengono trasportati dal vento, dall’acqua dei fiumi o anche dal pelo degli animali e dove cadono, producono.

Il suo principale habitat è il Caucaso, ma come già accennato si trova da ormai diversi anni anche in Europa.

Anzi, possiamo dire che abbiamo molti esemplari qui in Italia. In particolar modo ci riferiamo alla regione di Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia.

Ci sono state segnalazioni anche nella zona di Brescia, Cremona e soprattutto in Valle Camonica.

Scopriamo ora perché è molto pericolosa per l’uomo.

La pericolosità per l’uomo.

Il Panace di Mantegazza è una pianta il cui fiore e frutto appaiono alla vista molto graziosi e carini.

In realtà, dietro a tanta bellezza della natura si nasconde una pericolosità incredibile.

Se la pianta è esposta al sole o lo è stato da poco e si tocca, provoca delle gravi infiammazioni simili alle ustioni.

Si formano delle bolle la cui conseguenza sono profonde cicatrici, talvolta permanenti.

In alcuni casi è stato necessario un ricovero d’urgenza in ospedale.

Anche una sola piccola quantità di linfa negli occhi potrebbe portare alla cecità temporanea o addirittura permanente.

Ricordiamo che la linfa è presente in tutta la pianta, quindi: nei fiori, semi, gambo, foglie e radice.

Come maneggiare il Panace di Mantegazza

La prima cosa da fare è stare lontani da questa pianta, poiché molto pericolosa.

Se ci si trovasse di fronte alla necessità di maneggiarla, è bene utilizzare dei guanti e delle tute apposite che riparano la pelle e una visiera per gli occhi.

Un’altra cosa importante è che se dovesse venire a contatto accidentalmente con la pelle, è opportuno lavarsi immediatamente con acqua e sapone o alcool ed evitare l’esposizione al sole per diversi giorni.

Oltre che ad essere molto pericolosa per l’uomo, lo è anche per la biodiversità.

Il Panace di Mantegazza quando cresce sia di altezza che larghezza, tende a creare una specie di barriera con le foglie e ciò non consente di fare penetrare aria e luce nella parte sottostante.

Ciò costituisce la distruzione e il deperimento della vegetazione indigena.

Panace di Mantegazza

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