OLIO D’OLIVA DEL GARDA, L’ECCELLENZA BRESCIANA

L’olio d’oliva del Garda e gli ulivi sono vecchi quasi quanto il lago.

OLIO D'OLIVA DEL GARDA (6)

Frammisti alle suppellettili del cosiddetto uomo delle palafitte di Pacengo, età del Bronzo, furono trovati resti di noccioli di oliva e frammenti di foglie, come ricorda Ottorino Milesi in «Olivi e olio in terra bresciana».
La produzione di olio era già fiorente in epoca romana, come testimoniano i non rari reperti romani di frantoi e macine in pietra (ad esempio in località Sant’Emiliano a Padenghe), o i versi di Claudiano, poeta latino del IV secolo, che canta le selve di olivi che cingono le rive dei laghi retici. In epoca un poco più vicina, si potrebbero ricordare le cronache di Vincenzo da Praga che, nel 1151, narrano di una marcia verso Garda di Federico Barbarossa (non ancora imperatore) « inter olivas splendidissimas ».
Gli statuti delle comunità lacustri prescrivevano, nel 1427, che «qualunque persona ha possessione d’olivi sia tenuta ogni anno a porvi quattro piante» e «chiunque, in qualsiasi posto abbia possesso, debba piantare ogni anno due olivi». Fu così che, nel 1629, poteva riferire in una sua cronaca che «da un anno per l’altro la riviera rende sei et più milla mozi di oglio del quale se ne ispedisce per Alemagna circa moza quattromila et del rimanente parte ne va a Brescia et parte si consuma in servitio di quelli sudditi».
Ed ecco D’Annunzio:
«Ulivi del Garda tanto umani! Magri, svelti, con trono diviso, senza mole, tutto respiro e attenzione, ariosi e ingegnosi, non superano di molto la statura dell’uomo. Si lasciano cogliere una parte dei frutti dal braccio alzato».
L’olio d’oliva del Garda oggi è tra le eccellenze Bresciane.
 
Fabio Maffei
Brescia e dintorni: storia curiosità poesia
 

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