Frico de pol – Cucina Bresciana.

Frico de pol cucina bresciana

Il Frico de pol, dei piatti tipici bresciani, rientra nella cucina povera della campagna bresciana.

Ingredienti:

(per quattro persone)

  • un pollo
  • 500 g di patata novelle
  • 2 carote
  • sedano
  • olio di semi
  • salsa di pomodoro
  • sale
  • pepe
  • spezie
  • dado
  • burro
  • basilico

Preparazione Ricetta Frico de pol alla Bresciana:

Pulite il pollo, lavatelo, asciugatelo e tagliatelo a pezzi.

Fatelo rosolare nell’olio e burro.

Quando avrà preso un bel colore dorato, aggiungete il vino, lasciate evaporare, unite la salsina di pomodoro, le carote e il sedano tagliate a
tocchetti, le spezie, il sale e il pepe.

Lasciate cuocere lentamente coperto per una decina di minuti, poi aggiungete l’acqua e dado bollente quanto basta per coprire il pollo e
lasciate cuocere lentamente per circa un’ora e mezza.

Mezz’ora prima della fine della cottura, unite le patate tagliate a tocchetti e il basilico.

Mescolate, e servite ben caldo in piatti caldi.

La storia del Frico de pol alla Bresciana.

Dominatore assoluto su rotte avventurose volte alla riscperta di sapori
remoti e dimenticati, Camillo Pellizzari di San Girolamo, che ci ha lasciato un ormai introvabile ricettario, ricordava come la cucina bresciana
esaltasse i sapori forti.

Il Frico de pol dà (una volta di più) ragione.

Aveva anche il rimanendo il frigorifero da inventare (le sole dimore meglio attrezzate disponevano di una sorta di camera fredda sotterranea, in cortile o in giardino) , di una facile conservazione.

Ci risiamo con il discorso della cucina povera.

Nessun visitatore illustre del passato che, scrivendo di Brescia, abbia mai fatto cenno al mangiare indigeno.

Semmai Jean Giono (cognome pronunciato alla francese ma sangue anche italiano: del nonno, carbonaro Piemontese), che, venuto a Brescia per sentirsi felice, si ritrovò in stato di grazia, oltre che per “magnifiche bistecche”, per un “caffè eccellente” e perchè la ragazza addetta alla macchina filtratrice, giovane deliziosa, lo gratifica di un “signor Cavaliere” che di diritto non gli spetta.

Giono ebbe bistecca e caffè.

Più sfortunato, come racconta Edoardo Scarfoglio, e a Brescia con incarichi di giornalista sportivo nell’autunno del 1905,

Vincenzo Florio sportivo di gran fama, la fame non riuscì a placarla: “davanti a un caffè, sotto i portici…chiedeva invano due uova e un tozzo di pane…”

Scopri tutte le ricette bresciane della cucina bresciana.

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