Battaglia di San Martino e Solferino

Battaglia di San Martino e Solferino

L’alleanza franco-piemontese si scontra con le forze austriache ln una battaglia durissima che si protrae per 9 ore.

Battaglia di San Martino e Solferino

Una battaglia dove l’artiglieria francese dimostra la sua superiorità. «Grande battaglia, grande Vittoria» telegrafo Napoleone III alla moglie.

Battaglia di San Martino e Solferino

Purtroppo per lui però le perdite sono tali da costringerlo o rivedere la politica militare di Parigi in Italia.

La Battaglia di Solferino

La Seconda guerra d’indipendenza italiana inizia nelle primavera del 1859, con l’invasione austriaca del Piemonte, presto respinte dall’esercito sardo e de quello di Napoleone III, che ha firmato nel gennaio 1859 un’alleanza con
re Vittorio Emanuele Il di Sardegna e il primo ministro Cavour.

Battaglia di San Martino e Solferino

Gli accordi di Piombières, dal nome della cittadina francese sede del!’ incontro tra Napoleone III e Cavour, prevedono l’aiuto militare francese al Regno di Sardegna per conquistare la Lombardia e il Veneto, in cambio della cessione alla Francia dei ducati di Nizza e della Savoia.

I Franco-piemontesi avanzano nella Pianura padana e in giugno respingono gli Austriaci oltre il Mincio.

Dal 17 giugno l’imperatore Francesco Giuseppe assume il comando degli Austriaci.

L’imperatore ordina una controffensiva schierando le truppe su una linea che passa per Solferino, Madonna della Scoperta e San Martino ( devo avverrà la Battaglia di San Martino ).

La mattina del 24 giugno, il 10 Corpo d’Armata francese si scontra col 50 austriaco.

Più a sud, i Corpi austriaci 30 e 90, contrattaccando, creano un vuoto nell’esercito di Napoleone, presto tamponato
dalla Guardia imperiale e dal Corpo, che rompono le difese di Solferino, e dal 20 Corpo che aggira Castel del Monte e
San Cassiano.

Gli Austriaci sono respinti, Francesco Giuseppe ordina la ritirata.

Nonostante la vittoria, e all’insaputa di Vittorio Emanuele Il, Napoleone III e Francesco Giuseppe firmano un armistizio a Villafranca, ratificato poi dal Trattato di Zurigo: l’Austria cede la Lombardia al Regno di Sardegna, salvo le fortezze di Peschiera e Mantova; il Veneto rimane sotto la sovranità austriaca.

La Battaglia di San Martino

Sempre il 24 giugno 1959, mentre Napoleone III è impegnato a Solferino, Vittorio Emanuele Il, più a nord e a sinistra dei Francesi, scopre a un tratto di trovarsi di fronte all’ala sinistra delle forze austriache.

I reparti austriaci sono scambiati per modeste pattuglie di retroguardia e vengono subito attaccati.

In realtà si tratta dell’80 Corpo d’Armata del generale Benedek, che sta avanzando dopo aver occupato stabili posizioni sulle alture.

Sino alle 11 del mattino si combatte con esito incerto, anche a causa del maltempo, fino a che il colle di San Martino viene aggirato e accerchiato.

Battaglia di San Martino e Solferino

Un forte tiro d’artiglieria precede un attacco generale, ordinato dal re Vittorio Emanuele, cui partecipano bersaglieri e cavalleggeri del Reggimento Monferrato.

Benedek dà il segnale di ritirata, che presto diventa una fuga, dietro la linea del Mincio.

Sia pure a prezzo di gravi perdite, anche i Piemontesi hanno condiviso insieme agli alleati francesi la vittoria che porterà all’annessione della Lombardia al Regno di Sardegna.

Battaglia di San Martino e Solferino

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