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Escursione Cammino di Carlo Magno – Tratto Montecampione / Eremo San Glisente.

Cammino di Carlo Magno in Valle Camonica Escursioni Sentieri Bresciani (1)

Il Cammino di Carlo Magno in Valle Camonica è un percorso molto lungo, oggi vedremo il tratto Montecampione / Eremo San Glisente.

Itinerario Cammino di Carlo Magno In Valle Camonica.

Partenza: Pian di Montecampione (1736 m)
Arrivo: Eremo di San Glisente (1956 m)
Dislivello: 800 m di saliscendi
Tempo di percorrenza: 9 ore (intero percorso)
Difficoltà: difficile

Raggiunta la bassa Valle Camonica percorrendo la SS 510, si esce allo svincolo per Piancamuno-Montecampione.

Seguendo le indicazioni per quest’ultimo si superano gli abitati di Piancamuno e delle frazioni di Solato, Fane e Vissone.

Arrivati a Montecampione, alcune centinaia di metri dopo il laghetto, si imbocca la strada che si stacca a sinistra e che conduce dopo circa 8 km agli impianti sciistici di Plan di Montecampione, dove la strada termina e dove è possibile parcheggiare.

Dalla località Plan (1.736 m)

o meglio sarebbe dire da Bassinale (il nome del luogo prima della costruzione degli impianti di risalita), si segue la stradina che sale a fianco della seggiovia, a destra dei campi da tennis.

Dopo circa 25 minuti di cammino si giunge alla Stanga di Bassinale (1.898 m), un valico che permette di lasciarsi alle spalle il complesso turistico di Montecampione per inoltrarsi in un ambiente più naturale e solitario.

Si continua sulla sterrata di destra, in leggera discesa, lungo un tracciato ben indicato dai segnavia biancazzurri del sentiero delle 3 Valli bresciane.

Superando poi la malga Rondeneto (1.821 m) e in seguito una sorgente d’acqua, il “Fontanì del vescof”.

Giunti a un nuovo bivio in località Corna dei Soldi (1.750 m), dove si trovava anche un cippo a memoria del partigiano Paolo Poli.

Paolo Poli venne qui assassinato nel luglio 1944, si lascia a sinistra la stradina che conduce alla vicina malga del Luca.

Si prosegue invece a destra, attraversando un bosco di larici e raggiungendo in breve il Centro di formazione faunistica “Alpe Rosello”.

Qui si abbandona la stradina e si imbocca il sentiero che costeggia l’edificio dell’Alpe Rosello, sempre sulla variante bassa del sentiero 3V,  indicato dai segnavia biancazzurri.

Ne segue un buon tratto a mezzacosta, fra abeti e fragorosi ruscelli.

Tenuta la destra a un successivo bivio, il tracciato riprende a salire sbucando nella conca dell’ormai scomparso lago di Rosellino.

Oggi il lago è ridotto a torbiera, proprio accanto all’omonima malga (1.876 m).

Qui si presentano due alternative che raggiungono entrambe la Nicchia di San Glisente.

Con la prima si prosegue a destra, continuando in salita sul sentiero 3V, fino a giungere a una conca in cui un cartello indicatore ci indica di proseguire
a sinistra verso la nicchia.

Con la seconda si procede invece a sinistra (segnavia biancorossi) giungendo al non lontano bivacco Marino Bassi (1.919 m).

Una struttura non gestita e sempre aperta che dispone di 12 posti letto, da cui in breve si perviene alla soprastante nicchia di San Glisente, contraddistinta dalla presenza di una croce.

Si risalgono quindi i contrafforti del Monte Frà, percorrendone la lunga cresta erbosa, poi ci si abbassa lentamente in direzione dell’ormai visibile eremo di San Glisente, dall’immenso panorama.

Cammino di Carlo Magno In Valle Camonica – Storia

Carlo (l’appellativo “Magno” gli sarà attribuito solo in seguito dal suo
biografo Eginardo) fu re dei Franchi dal 768 e imperatore del Sacro Romano Impero a partire dall’800, con l’incoronazione ad opera di papa Leone III.

Oggi, in considerazione del vasto territorio che governava, è ricordato fra l’altro come uno dei “padri” dell’Europa unita.

Di lui, in particolare, ricordiamo che sposò Desiderata, o Ermengarda come ln chiamò il Manzoni nell'”Adelchi”, figlia del re dei Longobardi Desiderio.

In seguito ripudiata da Carlo, riparò proprio a Brescia nel monastero di San Salvatore di cui era badessa la sorella Anselperga.

le vicende che andremo a raccontare si svolsero intorno all’anno 774.

ln quel tempo i Franchi, sollecitati da papa Adriano, varcarono le Alpi entrando in guerra contro i Longobardi.

Scesi in Val di Susa e in Val d’Aosta con due tronconi dell’esercito, conquistarono il nord Italia ponendo infine sotto assedio Pavia, la capitale del regno, la cui caduta sancì la definitiva sconfitta longobarda.

Di tale guerra sono giunti fino a noi gli echi della leggendaria calata evangelizzatrice dei Franchi in Valle Camonica.

Carlo avrebbe via via conquistato i castelli dei singoli signori locali inducendoli alla conversione.

Nella battaglia finale contro i pagani combattuta sul Mortirolo, il re ebbe la meglio.

Proprio dall’elevato numero di morti di ambo le parti avrebbe poi preso il nome tale località (si veda in proposito anche l’itinerario per “Tor dei Pagà”.

Per celebrare infine la vittoria, avrebbe poi fatto erigere una serie di chiese che sarebbero ancora oggi sono la testimonianza del Cammino di Carlo Magno In Valle Camonica.

Che Carlo sia davvero transitato dal territorio camuno è probabilmente da escludere.

Pare infatti più verosimile che solo una parte del suo esercito abbia risalito la valle, sia scesa poi dal Passo del Tonale verso il Trentino.

Si presume quindi che, si sia infine ricongiunta con il grosso dell’esercito a Verona.

In ogni caso, verità o leggenda che sia, è certo che ben presto fiorì la leggenda che vide in Carlo Magno il Santo Re Cristiano, promotore della vera fede.

Di sicuro sappiamo poi che, sempre nel 774, Carlo donò la Valle Camonica all’abbazia di Marmoutier.

L’abbazia negli anni successivi promosse la diffusione del cristianesimo edificando al contempo anche numerose chiese.

Un’altra leggenda è quella di Glisente, cavaliere dell’esercito di Carlo che dopo le sanguinose battaglie divenne un eremita della Valle Camonica.

Nacque così l’Eremo di San Glisente.

Cammino di Carlo Magno in Valle Camonica.

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