Acquedotto Romano di Brescia

Acquedotto Romano di Brescia e le altre sorgenti.

Acquedotto Romano di Brescia

Durante la costruzione del Duomo, nuovo nel 1676, venne rinvenuta una lapide in cui si affermava che Brescia era stata dotata di un acquedotto importante.

Acquedotto Romano di Brescia

L’opera era stata inaugurata durante l’Impero di Tiberio benché fosse stata in gran parte costruita sotto Ottaviano Augusto.

A Lumezzane, più rivoli, da diverse sorgenti convergevano in un solo condotto che si svolgeva lungo la sponda sinistra del Mella superando le vallette confluenti su piccoli ponti ora del tutto perduti.

Uscito dalla Val Trompia l’ Acquedotto Romano di Brescia procedeva in riva sinistra conservando una lieve pendenza utile a non accrescere la pressione. Lungo l’intero percorso molti tratti si sono conservati.

Dopo Concesio l’acquedotto accoglieva le acque del Celato e si conservava quasi ininterrotto per Artegnano, Bovezzo fino a Conicchio​ dove passava sotto il letto del Garza e proseguiva aggirando il colle di San Giuseppe per raggiungere Mompiano dove correva più alto di 9 metri sul cosidetto Lago delle Fonti.

Complessivamente la lunghezza dell’ Acquedotto Romano di Brescia era di 25 Km. Tale acquedotto è ancora ricordato nel 964.

Caduto in disuso e in parte distrutto, la città ricorse alle acque sorgive di Mompiano, che in certe circostanze venivano mescolate alle acque del Celato, onde alimentare ancor più i molti mulini delle imprese della città.

Acquedotto Romano di Brescia

La fonte di Mompiano deriva dalle polle d’acque che scaturiscono dalle falde del monte S. Giuseppe, un tempo coperto di querce, dove ora si estende la contrada Fontane, a monte della chiesetta di S. Rocco.

Raccolte in un bacino abbastanza spazioso, formano una specie di “laghetto” (così viene chiamato) o “pelaghetto” o fonte.

Tali acque vennero incanalate per alimentare la citta’di Brescia, con i suoi palazzi, i suoi quartieri abitativi, i suoi opifici e le sue magnifiche fontane.

Il comune di Brescia, negli “Statuta clausorum Brixiae”, approvati nel 1293, regolava finalmente tale uso per utilità pubblica.

Nel 1538 veniva costruito un acquedotto fuori delle mura, fino a porta Bruciata.

Più tardi, alle acque di Mompiano vennero aggiunte quelle di s.Eufemia, grazie alla costruzione di un nuovo acquedotto.

Rimodernando l’acquedotto di Mompiano, in tempi più moderni, un nuovo impianto in tubi di ghisa veniva progettato nel 1892 e inaugurato l’ 8 giugno 1902. Le tubazioni erano lunghe 29.327 metri.

Nel 1908 il comune di Brescia acquistava le fonti di Villa Cogozzo, e nel 1909 si studiava una nuova conduttura maestra, mentre la rete nel 1911 veniva allargata anche alle frazioni della città,.

Più tardi, negli anni venti, risultando inadeguate le acque delle fonti citate, furono scavati due pozzi artesiani in località Forca di cane e, nel 1949, un terzo in via Patrioti.

Nel 1933 Il Comune di Brescia decide di affidare la gestione dell’acquedotto cittadino all’allora Azienda Municipalizzata Pozzo.

Nasce la sezione aziendale acquedotti: nel primo anno di vita essa conta 4786 utenti, con una rete di tubazioni estesa per 198 chilometri e mezzo.

In città funzionano ancora ben 78 lavatoi con 453 bocche d’acqua, 170 fontanelle, 30 fontane ornamentali e monumentali e 140 idranti.

Nel 1950 I metri cubi distribuiti dall’acquedotto superano la soglia dei 14 milioni.

Nel 2010 è stata somministrata acqua potabile a 60.102 utenze nel Comune di Brescia e a 150.965 utenze nei Comuni della Provincia di Brescia.

Le fonti di approvvigionamento d’acqua attive, al 31 dicembre 2010, sono costituite da 166 pozzi e 144 fonti che rappresentavano, rispettivamente, circa l’87% ed il 13% dell’approvvigionamento complessivo alla medesima data.

Fabio Maffei
Brescia e dintorni: storia curiosità poesia

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